Ottenuta dalla combinazione di riprese effettuate dagli strumenti LORRI (Long Range Reconnaissance Imager) e RALPH - MVIC (Multispectral Visible Imaging Camera) installati a bordo della sonda New Horizons, questa immagine ottenuta durante il massimo avvicinamento a Plutone, lo scorso 14 luglio 2015, mostra chiaramente un lago lungo circa una trentina di chilometri situato nell'area montuosa dello Sputnik Planum, formato non da acqua ma da azoto ghiacciato:
E' ormai noto agli astronomi che l’asse di Plutone oscilla su se stesso, in maniera alquanto pronunciata, in un periodo di circa 1,4 milioni di anni; tale fenomeno, oltre a comportare variazioni stagionali, va ad influire anche sulla temperatura alla superficie del sorprendente pianeta nano: circa 600.000 anni fa, infatti, Plutone avrebbe attraversato una fase leggermente più calda dell'attuale, durante la quale azoto e metano sarebbero sublimati a tal punto da "inspessire" l'atmosfera di Plutone, generando una pressione di circa 40mb.
Tale ispessimento temporaneo, con ogni probabilità, permise all’azoto di esistere al suo “punto triplo” (ad una temperatura di -210° C e ad una pressione di 0,12 atmosfere), ovvero nello stato liquido, gassoso e solido contemporaneamente, sia in superficie che nella bassa atmosfera. In conseguenza al seguente declino delle temperature dovuto al procedere sulla sua orbita, l'atmosfera plutoniana iniziò a "scendere" e i liquidi alla superficie congelarono. A prova di quanto appena descritto, nell'immagine oltre al lago sono visibili anche valli, probabilmente scolpite da immissari di azoto liquido esistiti in un lontano passato. Uno scenario non dissimile da quanto visto su Marte.
Mentre l'atmosfera plutoniana sublima e cade al suolo durante il suo anno orbitale, pari a 248 di quelli terrestri, si ritiene assai probabile che la densità media della stessa andrà calando nei prossimi 800.000 anni allorché Plutone entrerà in una sorta di "era glaciale" man mano che la sua temperatura scenderà ulteriormente di qualche grado.
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