Nel 1968, l'astronomo italiano Paolo Maffei, nell'intento di rilevare nebulose diffuse associate a stelle variabili del tipo T Tauri, intraprese all'osservatorio di Asiago una ricerca ad alta risoluzione utilizzando emulsioni iper-sensibilizzate immerse in soluzioni di ammoniaca al 5% utilizzate riprendendo la volta celeste con un tempo massimo di 3-5 minuti; Maffei divenne così uno dei pionieri nella ricerca nell'infrarosso vicino.
In una lastra ripresa il 29 settembre 1967, l'astronomo perugino notò la presenza di un oggetto che si estendeva fino a 23' - ovvero, per tre quarti del diametro della Luna piena - che però risultava quasi del tutto invisibile ma nelle lastre sensibili alla luce blu riprese nella stessa area celeste, laddove appariva un piccolo oggetto dall'apparenza nebulare, esteso poco più di 1'. Analizzato da subito con lo spettrometro, tale oggetto non mostrava alcuna linea ad assorbimento ne ad emissione, evidenziando anche la mancanza di emissione nella banda radio. Nel 1970, l'astronomo americano Hyron Spinrad suggerì che tale oggetto, catalogato nel frattempo come Maffei 1, poteva essere in realtà una gigantesca galassia ellittica oscurata dalle polveri presenti nella Via Lattea: visione che si rilevò, da li a breve, più che azzeccata!
Le due galassie Maffei I (in basso a sx) e Maffei II (in alto a dx), riprese dal telescopio spaziale Spitzer
Maffei 1 si proietta esattamente dietro il piano galattico, le cui polveri comportano una diminuzione della sua luminosità di quasi 5 magnitudini nella luce visibile: se tale effetto di estinzione interstellare non fosse presente, tale galassia sarebbe sicuramente da annoverare tra le dieci galassie più brillanti del cielo boreale! Polveri galattiche a parte, la sua osservazione è ulteriormente ostacolata dalle miriadi di deboli, tutte appartenenti alla Via Lattea, che le si stagliano letteralmente addosso.
Si tratta di una galassia ellittica gigante di tipo E3 (come da classificazione di Hubble), dalla massa stimata in almeno 200 miliardi di volte di stelle come ili nostro Sole; a detta di alcuni ricercatori, tale valore sarebbe anche maggiore della massa della stessa Via Lattea! Maffei I dista 9.300.000 anni luce, valore che ne fa la galassia ellittica di una certa dimensione più vicina alla Via Lattea; pur essendo al di fuori del Gruppo Locale di galassie, Maffei I se ne sta allontanando alla velocità di 540 mila chilometri all'ora: percorrendo quindi 1 anno luce ogni 2 mila anni circa, entro qualche miliardo d'anni Maffei I sarà definitivamente evasa da qualunque tipo di influenza gravitazionale che, ad oggi, potrebbe ancora legarla al Gruppo Locale.
Il suo diametro apparente, pari a 3,3'x1,7', messo in relazione alla distanza fornisce la misura del reale diametro della galassia, pari a 75 mila anni luce. La sua magnitudine assoluta integrata nel visuale è invece pari a -20,8, paragonabile a quella della Via Lattea.
Come ogni galassia ellittica che si rispetti, anche Maffei 1 è costituita principalmente da vecchie stelle evolute, la cui elevata metallicità (indice che esprime l'abbondanza di elementi più pesanti dell'idrogeno e dell'elio) indica per queste un'età superiore a 10 miliardi di anni; circa 1.100 ammassi globulari ne avvolgono la struttura, una popolazione davvero considerevole per una galassia ellittica non eccezionalmente grande! Maffei 1 possiede un minuscolo nucleo inaspettatamente blu, largo quasi 4 anni luce, che contiene quasi 30 masse solari di idrogeno ionizzato e che, forse, ha subito recenti episodi di formazione stellare.
Le tecnologie di osservazione nell'infrarosso, che sono in grado di studiare le radiazioni provenienti dallo spazio profondo al di la dell'estremo rosso dello spettro visibile, portarono nel 1970 alla scoperta di un secondo oggetto posto nelle immediate vicinanze di Maffei 1, prima del tutto sconosciuto, che assunse presto il nome di Maffei 2. Rilevare la morfologia di questa nuova galassia fu ben più facile, dal momento che Maffei 2 mostrava braccia a spirale ben definite, pur non eccessivamente estese.
Maffei 1, tra l'altro, possiede anche piccole galassie satelliti, tra cui la spirale Dwingeloo 1 e la sua satellite Dwingeloo 2, MB1 ed MB2; tutte assieme costituiscono un vicino gruppo di galassie contenente circa 25 membri, la più grande delle quali è la spirale barrata IC342 (Cam): il gruppo di Maffei, così come venne chiamato, che è anche quello più vicino al Gruppo Locale, tanto da ritenere che in un lontano passato fosse gravitazionalmente legato ad esso. Forse, a seguito di un passaggio ravvicinato della ben nota grande galassia di Andromeda, tale gruppo sarebbe stato espulso, allontanandosi alla distanza laddove esso è stato rilevato.