Chi si intende di Astronomia sa bene come la nascita di sistemi stellari, individuali o multipli, sia stretta prerogativa dei numerosi, enormi complessi nebulari sparsi lungo le braccia spirale della nostra galassia, la Via Lattea; il tasso di formazione in una galassia a spirale come la nostra e dalla massa simile dovrebbe aggirarsi, tra l'altro, con un tasso di formazione che dovrebbe aggirarsi attorno alle 8-10 nuove stelle all'anno.
Queste nubi, chiamate genericamente "nebulose", sono costituite da gas e polveri sono in realtà residuo di enormi stelle già esistite e ormai da tempo in colossali esplosioni chiamate “supernovae”, eventi distruttivi ed altamente energetici che, oltre a disperdere nel cosmo il materiale che costituiva la stella, costituiscono la fucina per gli elementi più pesanti del ferro tra quelli che popolano l'Universo; questi, infatti, non esistono in natura se non sintetizzati proprio dalle altissime temperature raggiunte nel corso di queste brevi ma energetiche deflagrazioni stellari. Il Sole e tutto il corteo di corpi minori al suo seguito quali i pianeti e i loro satelliti, le fasce di asteroidi e le comete, è nato circa 4,5 miliardi di anni fa proprio da una di queste nebulose prodotte da una antica supernova; dall’epoca della sua nascita, quindi, la nostra stella si muove lungo un’ampia orbita attorno al nucleo galattico, percorsa in circa 250 milioni di anni, ragione per la quale essa ha da lungo tempo abbandonato l’area nebulare da cui prese vita.
Certamente, sarebbe interessante sapere se vie è ancora traccia, in qualche luogo del disco galattico, della grande nebulosa protosolare da cui è nato il Sole; una ricerca certamente non facile da intraprendere ne tanto meno da portare facilmente a termine. E' però senz’altro fattibile che, così come accade per le altre stelle che osserviamo nascere in comunità nelle nebulose, anche il Sole abbia in realtà delle "sorelle" nate assieme ad esso: in altre parole, esisterebbe una stella, o forse anche più d'una, nella Via Lattea nata dalla stessa incubatrice nebulare e nella stessa epoca.
Ma come scovarla tra le migliaia, anzi, miliardi di stelle che popolano la nostra galassia? Sembrerebbe, a rigor di logica, un impresa al di fuori di ogni portata. Eppure un team di ricerca sembrerebbe aver individuato una possibile metodologia di ricerca. Il “criterio di selezione” adottato dal team di ricerca guidato da I. Ramirez, astronomo dell’Università del Texas a Austin, prevede lo studio sistematico di un certo campione di stelle "simili" al Sole per composizione chimica e temperatura e il cui movimento nello spazio al contrario la condurrebbe ad un comune "punto radiante" con il moto del Sole.
Ebbene, i dati di questa ricerca, basata su un database contenente dati su 100 mila stelle, indicano che una stella di sesta grandezza (non visibile ad occhio nudo ma reperibile con l’ausilio di un modesto binocolo) presente nella costellazione di Ercole e nota con la sigla HD 162826 “potrebbe”, a tutti gli effetti, essere nata dalla stessa nebulosa protosolare che avrebbe dato origine al Sistema Solare. Stessero davvero così le cose, allora è logica conseguenza ipotizzare che anche essa potrebbe avere il suo corteo di pianeti, forse anche simili alla nostra Terra. In realtà, parlando in termini prettamente fisici, HD 162826 è simile al Sole ma non esattamente uguale al punto da poter essere considerata la sua stella “gemella”: pur essendo uguali le abbondanze di elementi rari quali bario e ittrio, la sua massa eccede il corrispettivo solare di almeno il 15% ed anche la sua temperatura superficiale è maggiore, seppur di poco.
La posizione di HD 162826 nella costellazione di Ercole
Per poterla trovare con il binocolo, è sufficiente rivolgere l’attenzione alla coppia di stelle θ e ι Her, situate nella parte orientale della vasta costellazione; a circa 1/3 del percorso in direzione di quest’ultima, è presente un terzetto di stelle di quinta-sesta grandezza: la più occidentale e debole delle tre è proprio la probabile sorella del Sole, HD 162826. Provate a cercarla nelle notti senza Luna: chissà, magari da un pianeta in orbita attorno a quella debole stella, altri telescopi potrebbero essere rivolti verso noi...
Grazie Stefano è sempre un immenso piacere leggere i tuoi articoli che alimentano la passione per l'astronomia.
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