Tra i neofiti dell'astronomia, l'enorme costellazione di Ofiuco (o, meglio, del Serpentario), visibile proprio in questo periodo a Sud di prima sera, è nota esclusivamente per il fatto di essere la tredicesima costellazione zodiacale. Osservandone le fattezze ad occhio nudo da un luogo lontano dalle luci urbane e prestando soprattutto attenzione all'area subito a sud-est di Cebalrai (β Oph), si rende facilmente evidente un piccolo triangolo isocele (col vertice in basso) formato da stelle di quarta grandezza. La loro singolare disposizione, più quella di altre limitrofe ma più deboli, suggerì all'abate Martin Poczobut di riempire quel “vuoto” esistente - a duo dire - in quella zona (questa era, all'epoca, un'abitudine tra i cartografi celesti) creando una nuova, piccola costellazione che egli dedicò a Stanislao Poniatowski, re di Polonia: il Toro di Poniatowski. A tutti gli effetti, non è difficile riconoscere le fattezze di una testa taurina nelle stelle dell’ammasso Mel186 (il triangolo stesso ne fa parte), disposte a mò di V; osservate col binocolo, tali stelle ricordano molto le Iadi, queste ultime appartenenti - guarda caso - al ben più famoso Toro. Questa nuova costellazione non ebbe, tuttavia, gloriosa fortuna e fu presto dimenticata dai cartografi celesti.
Le stelle formanti la decaduta costellazione del Toro di Poniatowski, con la doppia 70 Ophiuchi e presso le quali è presente la famosa "stella di Barnard"
Atlante celeste riportante la costellazione del Toro di Poniatowski
Ebbene, relativamente alle stelle che una volta facenti parte di questa effimera figura (oggi appartenenti a quella di Ofiuco), quella che delinea l’angolo nord orientale del piccolo triangolo è 70 Ophiuchi, a mio modestissimo avviso una delle doppie più belle della volta celeste, particolarità dettata dal bellissimo contrasto cromatico delle due componenti; per riuscire a risolvere queste due stelle di magnitudine 4,2 e 5,9, separate attualmente da 5,4” d’arco, dovrebbero essere sufficienti 150 ingrandimenti. Lo spettacolo ad ingrandimento elevato è davvero eccezionale, con la più debole delle due che sfoggia una colorazione decisamente rossastra, contrastando il giallo vivido ed intenso della più luminosa.
Una bella immagine della doppia 70 Oph (foto: D.Peach)
Le due stelle, distanti da noi “solo” 16 anni-luce, impiegano poco meno di 88 anni per completare un’orbita attorno al comune centro di massa e tra pochi anni e nel corso dei prossimi anni saranno visibili sempre meglio poiché nel 2020 raggiungeranno la massima separazione angolare, 5,8" d'arco; il loro moto rende evidente alcune strane oscillazioni nello spazio che suggeriscono la presenza di un terzo oggetto, forse un pianeta di grandi dimensioni dalla massa almeno 10 volte quella di Giove.
Orbita di 70 Ophiuchi B
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