Sono stato sempre affascinato dal "poco conosciuto", da ciò che sfugge all'attenzione dei più restando sepolto, spesso, nell'indifferenza; in termini di star-gazing, ho avuto sempre una certa curiosità nel riuscire ad osservare quelle stelle e costellazioni appartenenti all'emisfero celeste australe che fanno capolino sugli orizzonti delle latitudini medio-settentrionali come quelle italiane; stelle generalmente trascurate dagli amanti del cielo proprio a causa della loro scarsa visibilità, dettata principalmente dalla presenza delle foschie, dall'esigua altezza con la quale transitano al meridiano e, non ultimo, dal breve tempo durante il quale appaiono.
I curiosi che volessero sfidare il cielo terso del periodo più freddo dell’anno, così come quello delle prime serate di primavera, avranno l’opportunità di osservare alcune stelle che, almeno fino a qualche tempo fa, facevano parte di quella che era la più vasta costellazione del cielo, la Nave Argo (Argo Navis). Nel 1930, l'Unione Astronomica Internazionale, decisa a delineare per sempre il numero delle costellazioni presenti il cielo nonché i loro confini, a causa della grande estensione ma anche della complessità della figura della Nave Argo, smembrò tale costellazione (una delle 48 originarie dell'astronomo Tolomeo!) in quattro nuove figure - si fa per dire - minori: Carena, Bussola, Poppa e Vele. La prima è prettamente australe, tanto la sua stella più luminosa, Canopo, si affaccia di pochissimo sul mare della punta meridionale della Sicilia; la Bussola, che è anche la più piccola e meno appariscente a causa delle sue deboli stelle, sale per bene al di sopra di tutto l'orizzonte italiano. La Poppa è interamente visibile scendendo almeno alla latitudine di +40° (Italia meridionale) mentre la parte meridionale della costellazione delle Vele, che contiene due delle luminose stelle formanti l’asterisma chiamato “falsa Croce” (del Sud) è preclusa dall’orizzonte. Sono proprio le stelle appartenenti a queste due queste ultime costellazioni il target nelle serate di questo periodo e per le quali spenderò le parole qui di seguito.
Le costellazioni facenti parte della fu-nave Argo si elevano di poco al di sopra degli orizzonti italiani |
Occupando un'area estesa per 673 gradi quadrati, la costellazione della Poppa è la 20a per estensione di tutta la volta celeste. Tuttavia, la sua stella più luminosa, che splende di magnitudine 2,21, può essere avvistata anche dalle medie latitudini settentrionali, salendo non più di 5° sull’orizzonte: si tratta di Naos (ζ Pup). E’ uno dei pochissimi esempi di stelle supergiganti blu di tipo O visibili ad occhio nudo; si trova a circa 1.090 anni-luce di distanza ed è la 62a stella più luminosa visibile nel cielo notturno. La temperatura superficiale di questa stella è prossima di 42 mila K e la massa è 22,5 volte quella del Sole; con un raggio “solo” 14 volte solare, essa è 550.000 volte più luminosa del Sole, ragione per la quale, in questo caso, il termine "supergigante" è relativo a queste due grandezze più che al reale diametro. Grazie ad un vento stellare che “soffia” all’incredibile velocità di 2.500 km/s, essa proietta annualmente nello spazio circa un milionesimo della sua massa. Misure sul suo moto indicano che essa potrebbe essere nata nell'ammasso stellare aperto noto come Trumpler 10, distante 1400 anni luce; da qui, sarebbe stata espulsa circa 2,5 milioni di anni fa, percorrendo da allora un viaggio lungo 400 anni-luce!
La stella Naos (ζ Pup) (Image credits: DSS2) |
Le due successive stelle appartenenti a questa costellazione che potremmo cercare di individuare sono σ e ν Pup, entrambe situate più ad occidente di Naos ma a declinazioni minori di essa. La prima, σ Pup, di magnitudine 3,25, è lontana 194 anni-luce di distanza dal Sole. E’ in realtà un binaria spettroscopica dal periodo orbitale di 257,8 giorni che crea delle mutue eclissi che ne variano la luminosità complessiva ogni 130,5 giorni: la componente più luminosa è una gigante arancione di tipo K5. Al contrario, ν Pup è una caldissima gigante bianco-azzurra, appartenente alla classe stellare B8; splende di magnitudine 3,17 ma in realtà è oltre 1300 volte più luminosa della nostra stella! Distando “solo” 43 anni-luce, è una della rare stelle di questo tipo presenti nei dintorni - si fa per dire - del Sole.
Al contrario della Poppa, la cui parte più settentrionale è circa all’altezza della stella Sirio - quindi ben visibile anche dalle nostre latitudini - l’adiacente costellazione delle Vele, che si estende soprattutto in longitudine celeste, è di molto più bassa, tanto che è davvero limitato il settore da noi visibile e il numero di stelle di una certa luminosità in esso incluse. Estendendosi per 500 gradi quadrati, la costellazione delle Vele è la 32a in ordine di estensione di tutto il cielo.
Tra le sue stelle di una certa luminosità, quella più settentrionale e senz’altro meglio visibile è l’arancione Alsuhail (λ Vel). Si tratta, in realtà, della terza stella più luminosa di questa costellazione, splendendo di magnitudine apparente 2,21; Distante 545 anni-luce, è una gigante arancione che presenta variazioni di luminosità entro le magnitudini 2,14 e 2,30, difficilmente rilevabili al binocolo; la sua massa è 8,5 volte maggiore di quella del Sole e, con un raggio quasi 210 volte maggiore, la luminosità risultante - sempre in termini solari - è ben 10.000 volte maggiore!
La stella Alsuhail (λ Vel) (Image credits: DSS2) |
Il suo nome proprio è condiviso dalla stella più luminosa di questo settore celeste, γ Vel, che splende di magnitudine visuale apparente di 1,75; tuttavia, essa è nota anche con un altro nome: Regor, per il quale vale la pena spendere qualche riga raccontandone la curiosa storia. Il nome non ha antiche origini; venne invece coniato dall'astronauta Virgil Grissom, comandante della prima missione Apollo, per il cui equipaggio tale stella faceva da navigatore; Grissom, scherzosamente, chiamò la stella "Regor" invertendo semplicemente il nome del capo spedizione a Terra, Roger Chaffee. Purtroppo l'astronauta morì nel famoso incendio del 27 Gennaio 1967, che costò anche la vita al suo collega Edward White; da allora, Regor è stato informalmente adottato come nome proprio di questo affascinante sistema stellare.
Lontana circa 336 anni-luce, pur apparendo come una singola stella ad occhio nudo, γ Vel è in realtà sede di un sistema stellare multiplo, composto da almeno sei stelle! La componente principale del sistema , γ- 2 Vel o γ Vel A, è a sua volta binaria spettroscopica composta da una supergigante di tipo O7 e una massiccia stella Wolf- Rayet! Di certo, non si soffrirebbe il freddo, stando su un ipotetico pianeta in orbita attorno a queste due caldissime e luminosissime stelle! Fatto assai curioso, questa stella, così come la "vicina" Naos nella Poppa, sono entrambe stelle di tipo O, classe assai rara nella Galassia.
In particolare, la componente Wolf-Rayet del sistema di γ Vel A è una dei candidati più probabili ad esplodere come supernova entro “breve termine”, astronomicamente parlando. Le due stelle orbitano una intorno all'altra con un periodo di 78,5 giorni e sono separate da 1 UA, l’equivalente della distanza Terra-Sole; il compagno più vicino alla stella binaria, Gamma-1 Vel o Gamma Vel B, è una supergigante bianco-azzurra. Altri componenti del sistema sono Gamma Vel C, una stella bianca con una magnitudine visuale di 8,5, e un'altra stella binaria, la coppia Gamma Vel D-E: la prima è una stella bianca di tipo A stelle che splende di magnitudine apparente di 9,4 mentre la seconda, di magnitudine 13, è quindi molto più debole.
La stella Regor (γ Vel) (Image credits: DSS2) |
Infine, per i più “volenterosi” osservatori di tali stelle australi, segnalo la più bassa tra le stelle della Vela, μ Vel, che può essere scorta da latitudini di almeno 40°: in altre parole, dall’Italia meridionale. Lontana 117 anni-luce, è anch’essa è una stella binaria. Le due componenti orbitano una intorno all'altra con un periodo di 116,24 anni e sono separate da 1,4” d'arco. Le due componenti, di magnitudine 2,7 e 6,4, rendono al sistema una luminosità totale equivalente a 2,69 magnitudini . La componente più luminosa è una gigante gialla di tipo solare, dalla luminosità poco più di 100 volte quella del Sole e con massa e diametro rispettivamente 3,3 e 13 volte maggiore; la compagna è anch’essa di tipo solare ma dalle caratteristiche fisiche molto più simili a quella della nostra stella: in altre parole, mostra alla perfezione quanto debole apparirebbe il Sole osservato da quella enorme distanza cosmica!