“Ma certamente la Polare!”, risponderebbero gli appassionati di astronomia dell’emisfero settentrionale e, forse senza difficoltà, anche coloro che ne sono a digiuno; facile risposta, quindi. Ma se la stessa domanda fosse rivolta in merito alla controparte della volta celeste, l’emisfero australe? Beh, quasi certamente la risposta tanto immediata non lo sarebbe di sicuro. Questo perché, al contrario di Polaris, vero nome della “stella polare”, come volgarmente conosciuta, l’emisfero celeste australe manca di un “marcatore” altrettanto luminoso, ragione per la quale riuscire ad individuare, per i neofiti in Astronomia ma non solo, l’esatta posizione del polo celeste sud è compito tutt’altro che facile!
Un abisso quasi insormontabile in luminosità differenzia, infatti, Polaris da Polaris Australis che, diametralmente opposta, è assume il ruolo di “stella polare del sud”. Situata nella costellazione dell’Ottante, una figura molto oscura creata in tempi moderni, è però più conosciuta come Sigma Octantis. Le due stelle distano circa la stessa quantità dai rispettivi poli: Polaris, situata attualmente a 0,74 gradi, Sigma a poco più di un grado.
Tuttavia, a causa della precessione - l’oscillazione dell'asse terrestre lunga 26 mila anni - Polaris si avvicina sempre più al polo nord celeste, che raggiungerà alla distanza minima equivalente a 14” d’arco (un quarto di quarto grado) nel 2105: al contrario, Sigma Octantis si allontana dal polo sud celeste, dopo aver raggiunto la separazione minima di circa 45’ nel 1872.
Un abisso quasi insormontabile in luminosità differenzia, infatti, Polaris da Polaris Australis che, diametralmente opposta, è assume il ruolo di “stella polare del sud”. Situata nella costellazione dell’Ottante, una figura molto oscura creata in tempi moderni, è però più conosciuta come Sigma Octantis. Le due stelle distano circa la stessa quantità dai rispettivi poli: Polaris, situata attualmente a 0,74 gradi, Sigma a poco più di un grado.
Tuttavia, a causa della precessione - l’oscillazione dell'asse terrestre lunga 26 mila anni - Polaris si avvicina sempre più al polo nord celeste, che raggiungerà alla distanza minima equivalente a 14” d’arco (un quarto di quarto grado) nel 2105: al contrario, Sigma Octantis si allontana dal polo sud celeste, dopo aver raggiunto la separazione minima di circa 45’ nel 1872.
Nel prossimi 8000 anni, altre stelle si daranno staffetta nel ruolo di Polaris Australis, che avrà come punto di riferimento astri sempre più luminosi: ad esempio, attorno al 5700, la prescelta sarà la stella di terza grandezza Omega Carinae, nel 7900 circa Aspidiske (Iota Carinae), ancora più luminosa essendo di seconda grandezza. Successivamente, attorno al 9100, sarà Delta Carinae, che splende come l’attuale Polaris a mentre il trono d’onore spetterà, attorno all’anno 10600, alla luminosa stella di prima grandezza Regor (Gamma Velorum)…dopodichè, il polo australe tornerà ad essere nuovamente difficile da individuare, fino ad aspettare nuovamente, tra 26000 anni, proprio il ritorno di Sigma Octantis.
Splendendo di magnitudine 5,42 - a metà tra la quinta e sesta grandezza - essa appare ben 25 volte più debole di Polaris, particolare che la rende generalmente di poco interesse. Tuttavia, un analisi approfondita rivela una serie di somiglianze tra le due stelle: le due sono infatti di classe spettrale simile ed anche la luce di entrambe non è fissa, essendo appunto entrambe stelle variabili pulsanti. Mentre lo spettro di Polaris è di tipo F7, Sigma Octantis è di tipo F0, quindi più calda e dalla colorazione bianca; non da meno, mentre Polaris è una variabile pulsante di tipo “Cefeide”, Sigma è di tipo “Delta Scuti”.
Detto questo, le somiglianze tra le due sembrano finire qui: infatti, già relazionando le distanze alle quali le due stelle giacciono da noi - tra i 325 e i 425 anni-luce quella di Polaris, circa 270 anni-luce quella di Sigma - con le loro magnitudini apparenti è facile rendersi conto dell’enorme divario di energia irradiato da queste due stelle: Polaris è infatti una supergigante, dalla luminosità intrinseca ben 2500 volte superiore a quella del Sole mentre Sigma è una sub-gigante, astro dal potere radiante ben più modesto giacché irradia nel cosmo un quantità di luce appena 34 volte il corrispettivo solare; tale valore le conferisce un raggio “solo” 3,7 volte quello della nostra stella. Sigma Octantis, inoltre, ruota su se stessa molto velocemente, in circa 1,5 giorni: si tratta di una stella dalla massa appena il doppio del Sole, che sta per finire le riserve di idrogeno nel nucleo atte alla produzione di energia tramite fusione nucleare; ciò ha indotto Sigma ad espandersi e, di conseguenza, a perdere i suoi equilibri strutturali che si riflettono nelle esili e brevi variazioni di luce osservate.
Le stelle variabili di tipo Delta Scuti sono caratteristiche per le loro variazioni di luce comprese tra pochi centesimi e qualche decimo di magnitudine, variazioni che si svolgono generalmente in più periodi, sovrapposti tra loro ma generalmente corti, inferiori al giorno: a tutti gli effetti, tali variabili sono una sorta di versione “mignon” delle Cefeidi, supergiganti nelle quali le pulsazioni sono di ampiezza luminosa ben più evidente nonché temporalmente più lunghe; allo stesso modo, Sigma Octantis varia di circa 3 decimi di magnitudine ma su un unico ciclo finora rilevato, pari a 2,3 ore.
Questa stella, quasi invisibile ad occhio nudo e quindi insignificante all'apparenza, ha tanto da raccontare su di essa, sui meccanismi che governano le fornaci nucleari che fanno risplendere il cosmo e sui panorami celesti passati, presenti e futuri indotti dai moti del nostro pianeta.
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