mercoledì 22 aprile 2015

I NOMI PROPRI DELLE STELLE: "VIRGO, VIR, LA VERGINE"

Gran parte delle più luminose tra quelle che si stagliano sulla volta celeste possiedono nomi propri derivati da antiche tradizioni per lo più arabe, greche e latine; altri ancora, cinesi o indù.
Andando a ricercare qua e la informazioni sulla loro etimologia (a tal proposito, il volume “Star Names: their Lore and Meaning” di Richard H. Allen è senz’altro una delle fonti più complete), si trova di tutto e di più: nomi assenti o altri che sembrano essere sbucati dal nulla, mai letti altrove; altri, del tutto storpiati nonché alcuni, i medesimi, addirittura attribuiti a più stelle senza che ne venga specificato il motivo.

E’ chiaro, quindi, che una certa confusione permea questo argomento. Tra l’altro, per esperienza personale, posso affermare che solo i nomi propri delle stelle più luminose sono conosciuti dagli astrofili, anche quelli “evoluti”, che già non riescono ad individuare quale sia, ad esempio la stella “Gemma” ne il significato del suo nome proprio. Oggi si fa gara ad attribuire nomi a crateri su corpi del Sistema Solare in procinto di essere esplorati o su nuovi asteroidi scoperti; nonostante questo, l’Unione Astronomica Internazionale non ha mai affrontato seriamente l’argomento dei nomi propri delle stelle, lasciando che una marea di informazioni di diverso tipo abbia generato una grande confusione su questo argomento, lasciando la cosa del tutto indefinita. 

Ecco quindi questa mia idea di far luce su questa brodaglia esistente, pescando informazioni accurate per giungere ad un quadro più possibilmente sintetico ma allo stesso tempo “definitivo” sui nomi propri delle stelle, fornendo anche dati essenziali sulle loro caratteristiche e/o grandezze intrinseche.

Le costellazioni verranno presentate non secondo ordine alfabetico ma di “visibilità” mensile mentre le singole stelle secondo la catalogazione del Bayer nella sua Uranometria del 1603. E poiché Aprile è per antonomasia il mese delle galassie, inizierò dalla costellazione che forse meglio rappresenta le profondità cosmiche e che da il nome all’ammasso di galassie cui appartiene il nostro gruppo locale: la Vergine.


VIRGO, VIR, LA VERGINE



Spica (α Vir)
Il nome deriva dal latino “Spica virginis”, visione tradizionale greco-romana che vedeva nelle stelle che oggi delineano la costellazione della Vergine la dea delle messi Demetra/Cerere, raffigurata tenere nella mano sinistra una spiga di grano. Tale particolare è un evidente riferimento alla stagione della mietitura, poiché la spiga di grano ne è simbolo universale; l’azzurra stella della Vergine fu infatti di grande importanza per le antiche civiltà basate sull’agricoltura e proprio su essa venne costruita la figura di una dea benefica portatrice di prosperità ed incorrotta, che assunse diversi nomi a seconda delle culture (Astrea nella tradizione greco-romana, Kanya in India, Isthar a Babilonia, Iside nell’antico Egitto…). Molto probabilmente, questa raffigurazione nacque dal mito ancestrale di un’epoca remota di benessere, prosperità e abbondanza, la cosiddetta “età dell’oro”. Altri nomi propri attribuiti a questa stella sono di origine araba: Azimech, derivato da “Al Simak al A'zal” (“l’indifesa”, per la mancanza di stelle relativamente luminose nei suoi paraggi), Alaraph (“la vendemmiatrice”) e Sumbalet (la spiga di grano), queste ultime due molto probabilmente acquisite dalle antiche tradizioni europee.

Zavijava (β Vir)
Il nome deriva dall'arabo “Zāwiyat Al'Awwā'”, in riferimento all’antica figura di un canile o di cane che abbaiano in un canile. Questa figura, oggi chiaramente scomparsa, era delineata da tutte quelle stelle di quasi terza grandezza che sono situate nella parte occidentale della costellazione della Vergine, disposte a formare una grande figura ricurva: parliamo quindi di β, γ, η, δ ed ε Vir. Il secondo nome proprio di β Vir, anch’esso di chiara derivazione araba, è Alaraph, “la vendemmiatrice”, in riferimento alla tradizione greco-latina.

Porrima (γ Vir)
Il nome, di orgine latina, si riferisce ad una dea minore della mitologia romana relativa all’arte divinatoria, che era invocata soprattutto per la protezione dei parti. Assieme a β, η, δ ed ε Vir, essa formava presso gli antichi arabi l’asterisma “Al'Awwā'” (“canile” o “cane che abbaia nel canile”).

Alawa (δ Vir)
Nota anche come Minelauva, storpiatura europea di origine medioevale, deriva dall'arabo “Al'Awwā'” (“canile” o “cane che abbaia nel canile”), l’antico asterisma formato da questa e dalle vicine β, γ, η ed ε Vir.

Vindemiatrix (ε Vir)
Il nome è di chiara origine latina e deriva dalla figura tradizionale con cui era interpretata l’intera costellazione nella tradizione greco-latina, una donna intenta alla vendemmia dell’uva; ciò è collegato al fatto che l’elevata eliaca (prima dell’alba) di questa stella segnava l’epoca della vendemmia, motivo per il quale la stella era chiamata letteralmente “l’annunciatrice della vendemmia”. Questa volta, però, furono gli arabi ad usare il significato di questo nome mutandolo in “Al Mutakaddim al-kitaf”, il quale venne a sua volta storpiato dagli europei come Almuredin, altro nome con cui tale stella è nota. Anche ad essa, in epoca medioevale, venne attribuito l’arabo Alaraph come ad altre vicine e sempre gli arabi fecero di ε Vir parte del loro "Al'Awwā'" (“canile” o “cane che abbaia nel canile”) assieme a β, γ, η e δ Vir.

Heze (ζ Vir)
Nome privo di significato poiché di origine oscura.

Zaniah (η Vir)
Anche questo nome deriva chiaramente dall'arabo "Zawiyah", similmente al Zavijava attribuito a β Vir; anche questa, infatti, assieme a β, γ, δ ed ε Vir presso gli arabi essa formava l’asterisma “Zawiyat Al'Awwā'” (“canile” o “cane che abbaia nel canile”).

Syrma (ι Vir)
Deriva dal greco "Surma", che l’astronomo Tolomeo usò per identificare una veste o comunque un indumento, in riferimento alla figura della Vergine o comunque della donna qui rappresentata in procinto di vendemmiare.

Khambalia (λ Vir)
Essendo la stella in questione lontana dall’area dove gli antichi arabi vedevano la figura di un cane che abbaia, il suo nome non deriva quindi da quella tradizione ma è, bensì, di origine copta e sta a significare 'l’artiglio deforme'; mancano riferimenti certi ma forse è in relazione alle vicine figure del Corvo e dell’Idra.

Rijl Alawa (μ Vir)
Il nome è di origine araba ed è in riferimento alla posizione che questa stella occupa nella figura della dea o della donna, delineandone il ginocchio o comunque la gamba sinistra; assai meno chiaro è l’abbinamento, a questo nome, del secondo termine che deriva dall’asterisma chiamato "Al'Awwā'" (“canile” o “cane che abbaia nel canile”) della tradizione araba pre-islamica, formato dalle stelle che oggi si trovano nella posizione diametralmente opposta entro i confini della medesima costellazione zodiacale.


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