giovedì 9 novembre 2017

ALMACH (γ AND) , BELLISSIMO SISTEMA STELLARE MULTIPLO

Nelle nottate autunnali, quasi esattamente allo zenit transita la grande costellazione di Andromeda, delineata dalla presenza di 3 luminose stelle di uguale luminosità - da occidente ad oriente: Alpheratz (α And), Mirach (β And) e Almach (γ And) - disposte lungo una lunga spezzata compresa tra Scheat (β Peg) ad occidente e Mirfak (α Per) ad oriente; la stella prima di quest’ultima lungo la sequenza di cui sopra è una delle stelle multiple più belle di tutta la volta celeste, soprattutto per il contrasto cromatico delle componenti, particolarità apprezzabile anche con piccoli telescopi: si tratta di γ And, che splende di magnitudine 2,26 con un lieve colore aranciato.


Gli antichi arabi la definirono come “Al Rijl al Musalsalah”, ovvero “il piede della donna incatenata”; tuttavia, tale termine non trova riscontro nell’odierno nome proprio con il quale tale stella è nota: Almach, derivato da “Al Amak al Arid”, ovvero “la lince del deserto”, da cui ebbero origine anche i vari Almaack, Alamak, Alamech...comunque tutti poco utilizzati.

La prima citazione di questa stella come doppia fu ad opera dell’astronomo e fisico tedesco J.T.Mayer quando il 27 Gennaio 1778 ne osservò la compagna secondaria - γ2 And o Almach B - senza però, stranamente, descriverne lo stupendo contrasto di colore con la componente primaria: quest’ultima - definita γ1 And o Almach A - essendo di tipo K3IIb (4.500 K) appare quindi è infatti giallo-arancione, al contrario della secondaria che invece è di un bel azzurrino, indice di una maggiore temperatura superficiale. In letteratura, Almach B è spesso definita come verdognola o, addirittura, come verde smeraldo; è pur vero che, a seconda della propria vista e delle condizioni di seeing in quel preciso momento, è possibile percepire colori leggermente diversi da quelli solitamente descritti. 

Nel 1842, l’astronomo tedesco F.G.W.von Struve rilevò al telescopio rifrattore dell’osservatorio di Pulkovo che anche Almach B era di duplice natura, rilevando una terza componente di sesta grandezza, denominata Almach C, gravitazionalmente legata ad Almach B in un periodo orbitale di 63 anni: nel corso della mutua orbita, la separazione angolare tra le due componenti arriva fino ad un massimo di 0,6” d’arco; l’attuale valore, pari a 0,5” d’arco, è in diminuzione. Lo stesso Struve inserì tale coppia nel suo catalogo di stelle doppie con la sigla STF 205. Osservazioni spettroscopiche ottenute tra il 1957 e il 1959 rivelarono infine che la stessa Almach B era sede di un binario (spettroscopico, per l’appunto), composto da due stelle (denominate Almach Ba ed Almach Bb) di sequenza principale ed entrambe di tipo B, orbitanti attorno al comune centro di massa in soli 2 giorni e 17 ore!

Due di queste tre stelle sono una vera chicca anche per telescopi di piccola apertura; già un classico rifrattore da 80 mm, ad esempio, è in grado di separare facilmente la coppia Almach A-B, separata da 9,4” d'arco, permettendo anche di rilevare l’intrigante contrasto di colori delle due componenti. La terza componente, a causa dell’esigua separazione, si presta invece ad essere osservata con strumenti dal diametro dell’ordine dei 250 mm o più; l’osservazione di queste stelle dovrebbe essere compiuta in una notte con seeing perfetto e turbolenza atmosferica nulla, e se lo strumento a disposizione è un buon rifrattore, allora lo spettacolo è davvero garantito! A testimonianza di quanto appena descritto, il grande divulgatore francese C.Flammarion riportò i seguenti bellissimi versi: “…un piccolo cannocchiale la sdoppia in uno splendido Sole aranciato accoppiato ad un grazioso e fulgido smeraldo, ed uno strumento più potente sdoppia quest’ultimo in due altre gemme: uno smeraldo ed un zaffiro. Io sfido lo spirito più freddo, più apatico, a contemplare questa tripla associazione di soli senz’essere colpito e preso di alta ammirazione…”.

Qui di seguito, una bellissima immagine della coppia Almach A-B realizzata da Scott MacNeill:


Quello di Almach, lontano 355 anni luce dal nostro Sistema Solare, risulta essere quindi un sistema stellare addirittura quadruplo; la reale separazione media che intercorre tra le componenti B e C è simile alla distanza media tra Nettuno e il Sole anche se l’elevata eccentricità orbitale porta a variarne la separazione da 13 (raggiunta nel 2013) a 52 UA. La separazione tra questa coppia e la componente principale del sistema è tale da poter contenere comodamente 16 orbite plutoniane; misure sulla separazione di queste due componenti ottenute tra il 1830 e il 1995 mostrano come questa sia diminuita da 10,3” agli attuali 9,8” d’arco.


Fisicamente, Almach A è una stella evoluta, una fredda gigante giallo-arancione; poiché il suo diametro oltrepassa quello solare di ben 80 volte, pur essendo essa più fredda del Sole ne consegue comunque un elevato potere emissivo in quanto la superficie di emissione è di gran lunga maggiore: la luminosità intrinseca di questa gigante è infatti stimata in oltre 2.000 volte quella del Sole! Due nane di sequenza principale di tipo B sono invece le costituenti di Almach B: l’una di magnitudine 5,1 e con 12.000 K alla superficie; l’altra di magnitudine 6,3 e di poco più fredda, con una temperatura di 10.000 K. I dati orbitali forniscono misure precise sulla massa totale di questo sistema quadruplo, che risulta essere pari a 8,7 volte quella del Sole.

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