Negli anni '50 del secolo
scorso, l'astronomo americano A.G.Wilson identificò in alcune lastre
riprese a Monte Palomar un oggetto anomalo di cui nessuno si era mai
accorto prima, localizzato circa 2° a nord della stella di quarta
grandezza 70 Peg, ad 1/3 del percorso tra le luminose Markab (α Peg) e Algenib (γ Peg). Si tratta
della cosiddetta Galassia nana irregolare di Pegaso, (nota anche come PDIG, dall'inglese Pegasus Dwarf Irrgular Galaxy).
Lontana, secondo recenti stime, circa 3,3
milioni di anni luce (valore, tuttavia, ancora incerto causa i dati
osservativi intrisi di grande variabilità), essa sarebbe una satellite della grande galassia di Andromeda anche se non mancano ipotesi sul fatto che questa possa essere un membro di recente acquisizione da parte del Gruppo Locale, identificata come tale nel 1975 dagli astronomi Tully e Fisher.
Data la distanza e le sue dimensioni apparenti, ne deriva un reale diametro pari a “soli” 1.000 anni luce! Nonostante le minute dimensioni - davvero contenute anche per sistemi di questo tipo - la galassia nana irregolare di Pegaso presenta una
significativa attività di formazione stellare, particolare evidenziato nelle
fotografie riprese dai grandi telescopi laddove tale oggetto appare popolato quasi unicamente da stelle blu di
ultima generazione che presentano un grado di
metallicità (ovvero, il rapporto tra quantità di idrogeno e ferro) davvero basso (indice della loro giovanissima età), nonché da piccole regioni
HII.
La sua luminosità superficiale è davvero bassa, apri a 13,2
magnitudini, ma essendo integrata su un'area di circa 5'x2,7', tale
valore consente tuttavia riprese non difficili via CCD; qui di seguito, mappa che identifica la posizione di questa galassia nana:
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