Nell'immaginario collettivo, una galassia è vista come un insieme, solitamente di vaste dimensioni quali esse sono, contenente un grandissimo numero si stelle frammiste a vaste quantità di gas e polveri; la nostra galassia, la Via Lattea, è una galassia dalla forma a spirale e con un numero stimato di stelle non lontano dai 1.000 miliardi di unità. Se poi, a tutto questo, ci aggiungiamo la componente "invisibile" delle galassie, gli aloni di materia oscura che le avvolgono sull'esistenza dei quali si hanno prove indirette, ecco che il quadro di questi che vengono considerati essere i "mattoni" dell'Universo si fa molto più complessa.
Con l'avanzare della tecnologia applicata ai grandi telescopi si è visto, però, come l'Universo sembra essere popolato da un numero - molto più grande di come ritenuto in passato - di galassie dalle dimensioni assai più contenute che, per l'appunto, sono state definite "galassie nane": ad oggi sono state identificate oltre 40 galassie nane, tra confermate e candidate, satelliti della Via Lattea, oltre alla scoperta di numerose correnti stellari che rappresentano quanto resta di galassie nane ormai completamente disgregate dalle forze mareali della nostra galassia.
I dati ad oggi acquisiti su questi oggetti che, proprio a causa delle loro minute dimensioni, si rendono difficilmente visibili nelle vaste profondità del Cosmo; è pur vero questi piccoli sistemi sono stati osservati a distanze cosmologiche, situate così lontane da noi che lo stesso Universo, all'epoca in cui i loro fotoni partirono per giungere oggi ai nostri telescopi, era addirittura nelle prime fasi della sua formazione.
Lo stato dell'arte sulle galassie nane descrive tali strutture, quasi sempre dalle forme irregolari, quali composte da 100 milioni ad alcuni miliardi di stelle: in effetti, pochissime, quando confrontate con quelle di altre galassie di maggiori dimensioni (uno degli esempi più noti di galassia nana è senz'altro quello delle "Nubi di Magellano", satelliti della Via Lattea; delle due, la "Grande Nube" si stima essere popolata da "solo" 30 miliardi di stelle). Nel video qui di seguito (©European Suthern Observatory), è visibile un bellissimo zoom sulla galassia nana IC1613, ripreso al VLT: in questo caso, la piccola galassia appare insolitamente povera di polvere cosmica:
Le osservazioni telescopiche ci dicono come le galassie nane avrebbero smesso di creare nuove stelle in un tempo lontanissimo, circa 12 miliardi di anni fa; in quella lontana epoca, tali sistemi sarebbero entrati in una sorta di "letargo" nella formazione di nuove stelle: uno stato che, però, sarebbe stato solo "temporaneo".
Simulazioni effettuate su potenti computer da ricercatori presso l'Università di Lund, in Svezia, hanno mostrato che ad interrompere il tasso di formazione stellare nelle galassie nane potrebbe essere stato il riscaldamento indotto dalla grande energia sviluppata dalle supernoave Ia, prodotte dall'esplosione di nane bianche (piccole e stelle deboli nate dalla degenerazione atomica del nucleo di stelle nana dalla massa solare). Sarebbero stati proprio questi eventi così energetici a prevenire il processo di formazione di nuove stelle nelle galassie nane, portando così tali sistemi in uno stato dormiente.
In seguito, il gas prodotto a seguito delle deflagrazioni delle nane bianche precedentemente esplose, condensandosi avrebbe portato alla "rinascita" di nuove generazioni di stelle, per l'appunto, in tempi successivi.
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